sabato 22 giugno 2013

Progetto in linea con la direttiva europea

Il Parlamento Europeo ha emanato il 24.01.2013 una direttiva riguardante la materia della realizzazione di un infrastruttura per i combustibili alternativi che imporrà, se tramutata in legge, un adattamento entro il 2020 da parte di tutti gli stati membri. 
Quella che era solo una mia semplici idea progettuale si rileva, a questo punto, un passo indispensabile da compiere per adattare il nostro paese alle indicazioni comunitarie, in materia di realizzazione di una reta infrastrutturale per la vendita di energie alternative. 






venerdì 21 giugno 2013

Incontro con il committente

Intervista ad Alessandro Piva


Ciao Alessandro, come prima cosa vorrei sapere di cosa ti occupi presso la Q8?


Io presso la Q8 sono responsabile ricerca e sviluppo prodotti. Cioè mi occupo di controllare la qualità dei prodotti e risolvere i problemi che riguardano la composizione dei combustibili venduti presso le stazioni di servizio.
Spero di esserti comunque d’aiuto, non essendo esperto nella diretta progettazione di nuovi impianti, ma, lavorando comunque nel settore della ricerca, ti posso dare molte informazioni utili riguardo alle nuove fonti di energia attualmente presenti sul mercato o, comunque, in fase di sperimentazione e ti posso anche dare numerose informazioni da un punto di vista normativo, occupandomi anche della documentazione legislativa in                            
ambito di energie rinnovabili.

Iniziamo con il tema delle energie rinnovabili: analizzando dunque quelli che sono i possibili scenari e le tendenze attuali del mercato, verso quali nuove fonti di alimentazione mi consigli di orientarmi?

Già oggi, seguendo quella che è una normativa vigente, tutte case di vendita di combustibili fossili sono obbligate ad inserire il 4,5% di prodotto proveniente da fonti rinnovabili cioè, mi spiego meglio, il diesel che tutti compriamo al distributore è costituito ora per un minimo del 4,5% da bio diesel. Questo, valore secondo una direttiva europea, dovrà raggiungere il 10% entro il 2020.  Dunque seguendo questa tendenza sicuramente la scelta di vendere e produrre, cosa che però ti sconsiglio di fare direttamente nel tuo lotto per mancanza di spazi e di materie prime, biodiesel e biogas è sicuramente giusta.

E per le altre forme di energia?

Sicuramente l’elettrica si presenta oggi in forte sviluppo, basta pensare a quante case automobilistiche investono sul tema. Sempre di più si sta allargando il commercio di queste vetture e dunque, di conseguenza, anche la richiesta di nuovi punti per le ricariche sta con il tempo aumentando in modo esponenziale. Basta pensare che l’ENI sta portando aventi il progetto per una ventina di stazioni per rifornimento di auto elettriche, certo un numero molto basso rispetto ai circa 15.000 punti vendita che possiede ma è pur sempre un punto di partenza.
A tal proposito vorrei farti una piccola osservazione. Si deve prestare molta attenzione nel differenziare verso quale tipo di rifornimento ci si vuole indirizzare, cioè a breve o lunga sosta. In entrambi casi devi considerare che intorno alla stazione che stai progettando devono essere presenti delle aree in cui l’automobilista può sostare.

A tal proposito ti volevo mostrare il mio progetto che si muove proprio verso tale direzione. Cosa ne pensi?

Il progetto è molto affascinante è proprio quello che si dovrebbe fare! Molto interessante è anche il tema di cercare di unire più funzioni diverse all'interno di uno stesso sistema: bar, ristorante, stazione, uffici, laboratori, percorsi…devo dire che nella tua ottica di mix funzionale ogni singola parte collabora con l’insieme non perdendo comunque la sua autonomia e indipendenza. Il tutto è molto chiaro ma devo anche dirti che molto utopico, sarebbe bellissimo un giorno arrivare a livelli per i quali una stazione sia totalmente autosufficiente anche dal punto di vista della produzione delle risorse vendute, ma ad oggi questo è quasi impossibile.  Rimane comunque una buona idea e una sfida per il futuro!
Ciò non toglie che questa tua green station, magari pur non riuscendo ad essere totalmente autosufficiente, si possa attaccare ad una rete esterna di produzione di energia sempre rigorosamente pulita e certificata. Il tuo intervento rimane comunque un buon tentativo di un centro sperimentale riguardo questi temi, quasi didattico, dove le maestre portano i bambini in gita con la scuola per fargli vedere direttamente cosa è e come viene prodotta l’energia rinnovabile, un posto dove, dunque, le persone vengono sensibilizzate e avvicinate a questo tema.

Mi fa piacere che sei riuscito a cogliere subito il concetto di Mixitè e l’idea di base di tutto il mio progetto: una green station che avvicini le persone al tema delle energie rinnovabili. In quest’ottica hai qualche consiglio da darmi?

Data la disponibilità di spazi a tua disposizione e data la tipologia di servizi che offri ti consigli di orientarti principalmente sulla ricarica a breve termine delle auto elettriche, dura circa 30 minuti il tempo per un caffè o un pasto veloce.
Inoltre la tua chiara volontà didattica ti può permettere di rendere più flessibili e permeabili i laboratori al piano superiore, rendili non solo punti per la ricerca sperimentale ma posti di interrelazione anche con le persone non esperte della materia. Puoi pensare a giornate in cui l’intera struttura sia aperta all’intero quartiere, permettendo ai cittadini di operare attivamente all’interno dei laboratori, o a piccole mostre mediante le quali vengano spiegati i nuovi scenari riguardanti la materia delle energie rinnovabili.

Grazie mille, un ultima domanda, dunque secondo te in un ottica proactiv la Q8 o altre compagni sarebbero interessate a tale progetto?

Secondo me è molto interessante e a breve potrebbe interessare tutte le compagnie. E’ uscita da poco una direttiva del parlamento europeo che, se tramutata in legge, obbligherà tutte le grandi casi a rientrare entro certi standard di produzione e vendita di energie pulite, principalmente per ora biodiesel, biogas e a predisporre il posizionamento di nuovi punti per la ricarica di auto elettriche. In tale ottica credo che saranno le stesse grandi case a doverti venire a cercare! E che dunque le tue scelte progettuali sono più che in linea con le tendenze attuali.


Grazie Alessandro spero di rivederti il giorno dell’esame. 

lunedì 22 aprile 2013

Scacchiera

Materiali 



Fase1: VELOCITÀ 

La prima cosa da fare quando ci si trova di fronte ad un opera che non si conosce è quella di analizzarne la forma. Punto di partenza del progetto è una serie di muri; gli spazi compresi tra questi vengono articolati e manipolati per rispondere alle funzioni richieste dal programma. I muri si stratificano, guizzano lungo linee di forza centrifughe, si dilatano e interrompono, vi si incidono i tagli e gli squarci della aperture. Il manufatto rifiuta ogni lettura statica e frontale, non si può capirlo restando fermi, osservando da un solo punto di vista. La velocità delle forme dinamiche risulta essere essa stessa la scacchiera.



Prove di scacchiera:




Fase2: TESSITURE

Per Hadid è importantissimo ricollegare l'architettura con la natura e nel cercare di farlo utilizza il concetto di tessitura. Edificio e contesto, edificio e paesaggio appartengono alla stessa logica formativa, sono fatti delle stesse logiche formali, dagli stessi materiali concettuali in un intreccio non distinguibile a priori tra la logica formativa dell’uno -paesaggio- e quella dell’altro -architettura-. Per ciò tutta l'analisi del contesto  costituisce la scacchiera, non vi una netta separazione tra edifici e natura, qualsiasi elemento potrebbe benissimo alzarsi, ruotare... diventare altro in un crescente processo tensionale che mira all'accellerazioe, alla velocità.
Scacchiera:


Fase3: NUOVI SCENARI 

I singoli elementi della scacchiera possono scorrere e andare a disegnare nuovi spazi, anche quello della area di studio, per iniziare ad analizzare nuove possibili soluzioni.